Rodgaudo, ultimo duca longobardo del Friuli, nel 774 combatté valorosamente contro i Franchi a Pavia e Verona. Dopo la caduta delle due città tentò di resistere ancora ripiegando verso il Livenza. Dovette infine sottomettersi al condottiero franco, ormai dominatore di tutta l’Italia longobarda. Benché gli venisse confermata da Carlo la titolarità del ducato friulano, l’indomito longobardo tra 775 e 776, approfittando della guerra tra Franchi e Sassoni, tentò di attuare una congiura allo scopo di ripristinare la dinastia longobarda del re Desiderio, riportando sul trono il figlio Adelchi che si era rifugiato a Costantinopoli. Accordatosi segretamente con il duca di Treviso (Stabilino che era suo suocero) e con quelli di Spoleto, Chiusi e Benevento e assicuratosi l’appoggio dei Bizantini e dei Bavaresi sperava di condurre in porto le sue mire di restaurazione del regno. Tuttavia la ribellione non ebbe esito positivo ed il valoroso R. venne fermato. Carlo, dopo aver sconfitto l’esercito dei ribelli Sassoni, si mosse infatti nuovamente verso l’Italia e riuscì a dividere il fronte dei congiurati. I due eserciti, franco e friulano, si incontrarono non lontano dal Piave: l’esercito di R. venne sopraffatto e lo stesso duca cadde in battaglia. Nonostante le suppliche del patriarca Sigualdo, il re franco attuò nei territori dell’Austrasia ed in particolare in quelli del ducato friulano una dura repressione che portò alla sostituzione dei Longobardi con notabili franchi in tutte le cariche e alla confisca dei loro beni. Il clero perse il diritto di elezione del patriarca. In questo quadro anche la famiglia di Paolo Diacono subì molte peripezie e lo stesso storico fu costretto a ritirarsi in convento a Montecassino.
Per un approfondimento si rinvia alla voce Rodgaudo, duca del Friuli curata da Luca Villa in Nuovo Liruti. Dizionario biografico dei Friulani, 1, Il Medioevo, a cura di C. Scalon, Udine, Forum, 2006, 742-744.