Il manoscritto realizzato da mani diverse nel secondo quarto dell’XI secolo a Salisburgo per un monastero femminile, giunse nel medioevo ad Aquileia, nel monastero delle benedettine di Santa Maria. Domenico Guerra, canonico e preposito di quel monastero, lo donò nel 1748 al domenicano Bernardo Maria de Rubeis (1687-1775), che ne pubblicò anche la prima descrizione. Alla sua morte il manoscritto fu lasciato ai Domenicani alle Zattere di Murano, detti Gesuati e, quindi, con la soppressione del 1811 passò alla Biblioteca Nazionale Marciana. Questo Sacramentario occupa una posizione di rilievo dal punto di vista liturgico: si tratta infatti di un Sacramentario gregoriano di tipo preadrianeo.
Il codice marciano presenta una decorazione contenuta: iniziali tracciate con inchiostro rosso, a racemi o con elementi zoomorfi, tra le quali si distinguono quelle del Canone (ff. 77r, 78r, 79r). A f. 76r, sul foglio che precede il Praefatio, è stato disegnato con inchiostro bruno un Crocifisso, al quale sono stati aggiunti più tardi, forse nel XIV secolo, alcuni particolari (come i raggi del nimbo e i chiodi che trapassano mani e piedi). Il disegno della figura riprende con alcune varianti e semplificazioni quello dei Crocifissi delle miniature che decorano il Canone di diversi Sacramentari ottoniani realizzati nella Germania meridionale verso la fine dell’XI secolo.