Il contenuto di questo codice, databile in base alla scrittura al XII secolo, rispecchia una scelta piuttosto comune nei libri di medicina dell’epoca: l’Ars parva (o Microtegni, da Τέχνη ἰατρική) ai ff. 1r-14v, cui segue, di Isacco Giudeo (o Israelita), il Liber diaetarum universalium nella traduzione di Costantino Africano (ff. 15r-61r) ossia l’opera del maestro, sia pure in versione abbreviata con i principi guida per il medico, e la parte pratica delle diete, come una sorta di enciclopedia su tutto ciò che ha relazione con lo stato di salute dell’uomo. Nulla sappiamo della storia del codice prima della metà del sec. XV ossia prima del suo ingresso nella biblioteca di Guarnerio d’Artegna. Il fatto che non sia presente nell’inventario di sua mano del 1456, ma solo in quello del 1461 (al nr 127) induce a credere che sia entrato nella libreria in questo lasso di tempo, proveniente da qualche raccolta libraria messa in vendita, come quella del cardinale Antonio Pancera cui l’umanista attinse ampiamente. Un tramite possibile potrebbe essere anche il medico Geremia Simeoni che prestò a Guarnerio i testi di alcune sue opere, trascritte poi in due codici guarneriani (nr 43 e 44).