Il Salterio venne offerto dal monaco Ruodprecht all’arcivescovo Egberto di Treviri (977-993), come mostrano i versi e la scena di dedica all’inizio del manoscritto. Nell’XI secolo passò alla principessa polacca Gertrude, moglie di Iziaslav I, gran principe di Kiev (1054-1078), e madre di Jaropolk, principe di Kiev (morto nel 1086). Successivamente arrivò nel monastero di Zwiefalten, come si ricava dalle integrazioni al calendario. Attraverso la famiglia Andechs-Merania il Salterio arrivò quindi al patriarca di Aquileia Bertoldo (1218-1251), zio di santa Elisabetta d’Ungheria, che secondo la tradizione lo avrebbe donato al capitolo di Cividale. Nel 1350 il manoscritto compare nell’inventario del tesoro di Cividale.
La scrittura del Salterio, opera di più mani, e soprattutto la sua decorazione permettono di ricondurre il manoscritto al monastero di Reichenau, della cui produzione costituisce un caposaldo. Le preghiere e le miniature aggiunte nella Rus’ di Kiev in momenti successivi, tra il 1078 e il 1086, sono opera di più artisti e appartengono alle più antiche testimonianze della miniatura dell’antica Rus’: san Pietro con la principessa Gertrude, il principe Jaropolok e la consorte (f. 5v), la Natività (f. 9v), la Crocifissione (f. 10r), la Maiestas Domini e l’incoronazione del principe Jaropolok e della consorte, rispettivamente presentati da san Pietro e da santa Irene (f. 10v), e la Vergine in trono (f. 41r).