Il libro è un "collage" di brani di varia provenienza, principalmente di carattere medico, raccolti nell’ambito della famiglia de Portis di Cividale del Friuli. Al f. 1r si legge infatti la sottoscrizione: «Ego Nicolaus filius ser Zenonis de Portis scripsi hunc librum in M°IIII°XLI° de mense Augusti»; al f. 58 r è disegnato lo stemma della famiglia. Gli autori ripresi sono numerosi, dai padri della medicina, Galeno, Avicenna, Razi, Isacco Giudeo nella traduzione latina di Costantino Africano, a Pietro di Argelata e Bartolomeo da Montagnana. I brani – che includono anche note storiche e di famiglia, filastrocche e preghiere – non appaiono organizzati secondo un disegno prestabilito, ma sembrano piuttosto il risultato di annotazioni successive distribuite nel tempo di una vita. Una sorta di zibaldone, dunque, un ‘libro di famiglia’, come è stato definito, in cui si raccolgono testi ritenuti importanti per varie ragioni, avvenimenti, ricordi. Degno di nota è che fin dall’inizio, ma poi in tutto il libro, l’autore si occupa di problemi urologici, con studio sulle tipologie di urina e ricette per favorire la minzione, in quanto suo padre ed egli stesso, per sua esplicita dichiarazione, soffrivano di calcolosi, non sappiamo se renale o vescicale.