- XV sec.; cart.; mm 208 × 142; ff. VI, 227, VII’.
- San Daniele del Friuli, Biblioteca Civica Guarneriana, 228.
Libro destinato all’uso pratico di studenti e scolari più che alle dotte letture di un umanista, questo codice è comunque una preziosa testimonianza del fermento culturale e della diffusione, grazie al sistema scolastico, degli studia humanitatis nel Friuli del Quattrocento.
Il manoscritto 228 della Biblioteca Guarneriana di San Daniele è un manoscritto composito che riunisce fascicoli cartacei appartenenti a unità codicologiche diverse, comunque accomunate dalla fattura modesta, dal supporto cartaceo, dal tipo di grafia e dal contenuto: si tratta infatti di testi in massima parte di età umanistica, pensati o comunque utilizzati a fini scolastici o di erudizione. L’alto numero di quelli tra essi che contengono lettere, modelli epistolari o orazioni attesta il loro uso presso le scuole di grammatica e retorica. Al f. 184r, si ha un colophon che riporta con precisione alle scuole udinesi dove proprio alla metà del XV secolo era in servizio Giovanni da Spilimbergo, maestro di scuola e rappresentante di spicco della cultura umanistica friulana (1380 ca. - 1455): «Millesimo CCCC° L ego Aloysius, filius egregii ac famosissimi decretorum doctoris domini Antonii de Belgrado, perfeci hec omnia bona opera dum cepi studere arti oratorie sub magistro Iohanne Spignimbergensi rehetore (!) scolarum Utini. Laus Deo». Quel che si sa su Luigi di Antonio Belgrado non è molto più di quanto egli stesso rivela in questo e in un altro suo colophon che si legge nel codice 100-23 della Biblioteca Capitular di Toledo. Il manoscritto appartenne a Giusto Fontanini (1666-1736). Molti dei testi del codice sono presenti anche in vari manoscritti della libreria di Guarnerio, come del resto nell’ultima sezione è stata riconosciuta la mano di Leonardo Pittiani, uno dei notai della cancelleria del patriarca di Aquileia di cui Guarnerio fu vicario.