Il codice comprende: Platone, Phaedo, nella traduzione latina di Leonardo Bruni d’Arezzo (ff. 1r-46v); Girolamo, Vita beati Pauli primi heremite (ff. 47r-52v); Girolamo, De monacho captivo (ff. 52v-57r); Girolamo, Vita beati Hilarionis (ff. 57r-73v); Poggio Bracciolini, De nobilitate liber (ff. 79r-98v); Carlo Marsuppini, De nobilitate carmen (ff. 99r-100v); Poggio Bracciolini, Epistola ad Gregorium Corrarium (ff. 101r-103v); Eutropio - Paolo Diacono, Historia Romana (ff. 105r-168r). La traduzione latina del Fedone, posta in apertura del codice, appartiene alla produzione giovanile di Leonardo Bruni d’Arezzo. Essa ebbe straordinaria diffusione e rappresenta il primo grande esempio del tradurre umanistico, funzionale alle esigenze stilistiche della lingua d’arrivo (il latino). Marco da Spilimbergo, il giovane studente di notariato che copiò questo testo per Guarnerio, realizzò un’altra copia della traduzione del Fedone, che è oggi il codice 137 della Fondazione Bodmer di Cologny (dubitativamente assegnato al 1450). Notevole l’ornato del codice guarneriano costituito di lettere iniziali finemente decorate formate da figure con abiti d’epoca a colori tenui, su lamina dorata con motivi vegetali in rilievo, in particolare ai ff. 79r (dama e giovane paggio reggono una ghirlanda) e 105r (paggio sorretto da un putto trattiene fra le braccia due pesci).