Il codice contiene un’articolata collezione di testi giuridici romano-giustinianei, in cui la parte del leone è fatta dall’Epitome Iuliani – la raccolta abbreviata con la quale circolarono in Italia le Novellae Constitutiones di Giustiniano – e dalle relative appendici. Si tratta in realtà di una versione rielaborata della Lex Romana Wisigothorum alias Breviarium Alarici, una compilazione anche in questo caso fortemente improntata al diritto romano – nella fattispecie teodosiano –, emanata dal re visigoto Alarico II nel 506. Del Breviarium alariciano la Lex Romana Utinensis contiene un compendio e un contestuale riadattamento, dettato dalle diverse situazioni politiche ed esigenze giuridiche dei territori extraispanici in cui fu diffusa. La denominazione di Lex Romana Utinensis, è dovuta al fatto che il codice, conservato da epoca imprecisata presso l’Archivio Capitolare di Aquileia, al momento della sua scoperta verso la fine del XVIII secolo faceva parte dell’Archivio Capitolare di Udine. Le circostanze in cui il giurista tedesco Gustav Haenel (1792-1878) ne entrò in possesso non furono mai compiutamente chiarite, ma ebbero come sicuro protagonista, oltre allo studioso tedesco, il canonico e primicerio del Capitolo udinese Gianfrancesco Banchieri, in seguito accusato di aver venduto il manoscritto a Haenel per pochi soldi, se non di averne permesso il trafugamento.