- XIII sec. ex.; membr.; mm 358 × 250; ff. 104; ill. (33 disegni colorati, una iniziale figurata, 8 iniziali ornate).
- Udine, Biblioteca Arcivescovile, 177.
Un codice della Queste, proveniente dalla biblioteca mantovana dei Gonzaga, entrato a far parte della Biblioteca patriarcale di Udine.
Opera scritta tra il 1225 e il 1230 da un autore anonimo, forse originario della Champagne, La queste del saint Graal costituisce la quarta parte dell’ampio ciclo arturiano in prosa della Vulgate, diviso in cinque branches. Romanzo allegorico, narra il viaggio mistico di alcuni dei principali cavalieri della Tavola Rotonda alla ricerca della sacra scodella utilizzata da Gesù durante l’ultima cena, nel tentativo di conoscere i segreti a essa collegati. Tra i più di quaranta manoscritti che tramandano la Queste, il testimone udinese è tra i cinque che la conservano isolata, senza collegamenti con gli altri romanzi del ciclo. Catalogato nel ’700 tra i manoscritti della Biblioteca Patriarcale, fece verosimilmente parte della biblioteca mantovana dei Gonzaga. Il codice rientra in un ampio corpus di manoscritti, in prevalenza di materia cortese e in lingua francese, frutto di una produzione seriale. Studi di indirizzo diverso, relativi sia agli aspetti esterni dei codici che a quelli interni, concernenti la lingua dei testi e la tradizione degli stessi, hanno rafforzato l’ipotesi di una produzione legata alla presenza di prigionieri pisani a Genova tra il 1284 (battaglia della Meloria) e il 1299 (pace di Venezia), nell’ambiente e negli anni in cui si trovarono a operare quindi anche Rustichello da Pisa e Marco Polo. Integrano la narrazione i tanti vivaci disegni, con animali meravigliosi e con navi, indice di una cultura rivierasca legata al mare, e soprattutto con scene di scontri tra cavalieri a piedi e a cavallo.