I due volumi costituiscono le due parti di una stessa Bibliotheca (è questo il termine con cui veniva definita una Bibbia completa in un solo volume) atlantica; il primo dei due trasmette la parte iniziale dell’Antico Testamento, dal Pentateuco al libro di Giobbe, mentre il secondo contiene i restanti libri dell’Antico e l’intero complesso del Nuovo Testamento. Questa grande Bibbia completa è caratterizzata dagli stilemi tipici dei più antichi componenti di quella famiglia in cui le grandi iniziali che aprono i singoli libri biblici sono eseguite secondo lo stile che Edward B. Garrison ha definito come «early geometric». Per quanto riguarda la storia di questo libro, alcune tracce depositate sulle pagine del codice nel corso dei secoli ne consentono una ricostruzione a ritroso, a cominciare dall’attuale sede di conservazione, che è la Biblioteca Guarneriana. Al recto della prima carta di guardia del primo volume si legge infatti la nota di possesso («Hic liber est sacristie ecclesie Sancti Michaelis castri Sancti Danielis»), che trova riscontro nell’inventario dei beni della chiesa redatto nel 1466. Sono gli anni in cui Guarnerio d’Artegna, già vicario del patriarca di Aquileia, si era trasferito definitivamente a San Daniele del Friuli come pievano. Due note più antiche a f. 204 del primo volume ricordano Pellegrino di Povo-Beseno come neo-eletto patriarca di Aquileia (1131-1161), suggerendo che i due codici siano giunti in Friuli prima di quell’evento. E prima di quel 1131? Al foglio 145r, nello spazio lasciato libero dalla copia dell’ultima porzione del Vangelo secondo Giovanni è trascritta una notitia ampia e ricca di informazioni che ci riporta alla chiesa di San Ponziano, presso Spoleto, il giorno della sua consacrazione avvenuta il 10 maggio del 1078. Essa certifica che il codice in tale data era detenuto dal cenobio di San Ponziano. Più ancora, questa preziosa nota suggerisce che la Bibbia, prodotta con ogni verosimiglianza a Roma, dovette essere ultimata qualche tempo prima del 1078.